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Italo Ghignone

Incontrai per la prima volta Giuseppe Tontodonati quando dirigeva a Bologna la galleria C.I.D.A. Mi aveva portato in quella sede il mio interesse per la pittura. Fu così che, in un'atmosfera d'arte prevalentemente legata alla tradizione, conobbi anche la poesia di Tontodonati. L'amicizia e la stima furono naturale conseguenza. Ebbi poi il piacere di presentare le sue raccolte in affollate riunioni all'Esagono, uno dei più noti circoli culturali bolognesi; gli ascoltatori, affascinati anche dalla mirabile recitazione che di talune sue liriche concedeva l'Autore, esprimevano incondizionato consenso, e non erano solo abruzzesi residenti a Bologna.

Lo sviluppo che ebbe successivamente la produzione poetica di Tontodonati, della quale tentai di cogliere gli aspetti caratterizzanti, confermò in me la consapevolezza di trovarmi di fronte ad una delle voci più autentiche della poesia dialettale abruzzese. Certamente l'impulso più profondo di questo poeta, impulso sotteso a tutto ciò che egli ha espresso in versi, è l'anima autoctona, la voce remota della terra natale. Ho sempre pensato che la purezza delle immagini, delle rievocazioni dell'Abruzzo nell'ambiente naturale e nella gente fosse logico effetto della lontananza e che la memoria, questa grande matrice della più autentica poesia, fosse anche la fonte essenziale dei ritmi di Tontodonati. Ciò appare evidente soprattutto in raccolte come Storie paesane e Terra lundane, dove l'Abruzzo e rappresentato in una luce quasi ideale, non disturbata da quanto di nuovo, di diverso potrebbe offuscarne l'ancestrale autenticità. Inoltre, per la sua inesauribile capacità espressiva, Tontodonati ha potuto sviluppare una vastissima gamma di motivi, anche fuori dell'ambito regionale abruzzese. Mi piace ancora sottolineare la cura meticolosa di questo poeta nella riproduzione scritta di un idioma nato, come tutti i dialetti, per la comunicazione orale.

Dobbiamo anche non dimenticare la produzione poetica in lingua, assai meno vincolata al mondo paesano abruzzese, nella quale Tontodonati trasfuse la sua passione, il suo saldissimo impegno morale di fronte a un mondo contemplato in più vasti orizzonti. E' una produzione quantitativamente minore rispetto a quella dialettale, cui certamente resterà più legata la fama di questo poeta, ma degna di molta attenzione per la forza con cui liberamente si spiegano sentimenti derivanti da una più larga visio ne dell'umanità. Non dimenticherò mai la recitazione che Tontodonati fece della lirica Le strade all'Esagono e il plauso pieno di simpatia del pubblico commosso.

Quando un vero poeta scompare, a quanti l'hanno conosciuto e apprezzato spetta il compito di approfondire la valutazione della sua opera, ai posteri quello di non inaridirla come oggetto di pura ricerca filologica, ma di riviverla come espressione di valori perenni pur attraverso i mutamenti del processo storico. Nell'uomo e poeta Tontodonati la statura morale è infatti inscindibile dalla poesia.

Italo Ghignone

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