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Giuseppe Di Pasquale (Padre Donato OFM)

Giuseppe Di Pasquale (Padre Donato OFM) n. a Pietranico (PE) nel 1932 - m. a Pescara nel 1995 - Ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Santa Cecilia in Roma conseguendo il Diploma di Composizione Polifonica Vocale, presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma e, presso il Conservatorio di Pescara, dove successivamente è rimasto come insegnante, quello di Musica corale e Direzione di Coro.   Molto noto negli ambienti artistico-culturali per le sue ricerche sul folklore e composizioni  sacre, didattiche e flokloristiche, Padre Donato ha fondato il Coro Valepescara che tuttora continua la sua attività. Tra le tante sue composizioni le più celebri sono quelle nate dalla lunga e profiqua collaborazione con T. Tutte le dieci canzoni sono state incise e raccolte nella musicassetta /CD " 10 Canti della Valpescara".

 

 

Padre Donato e Giuseppe Tontodonati nel Convento Stella Maris di Pescara

Ad appena due anni dalla sua scomparsa, il ricordo del poeta Giuseppe Tontodonati (San Valentino in A.C. 2 febbraio 1917 - Bologna, 6 gennaio 1989 ) resta più vivo che mai tra quanti lo conobbero e seppero apprezzarne il singolare lavoro creativo. Ai suoi poemi in dialetto abruzzese, raccolti nel ponderoso volume de “ Il Canzoniere d’Abruzzo” ( Ed. La Regione, Pescara, 1986) e all’opera inedita che per iniziativa della famiglia, vedrà alla luce in una prossima pubblicazione (n.d.r. “Poesie Inedite di Giuseppe Tontodonati” a cura di Vittoriano Esposito - Ed. Consiglio Regionale d’Abruzzo, 1993) , vanno aggiunte le canzoni scritte per essere poste in musica, ora riunite nel presente volume “ 10 Canti della Valpescara”, frutto di una felice collaborazione tra me e il poeta, protrattasi per circa un decennio (1). Conobbi Tontodonati attraverso suo cugino Sergio Masciarelli di Scafa, che, assieme ad alcuni volumi del poeta, “Storie Paesane” e “ Dommusè” le sue prime pubblicazioni a far data dal 1978, volle presentarmi una poesia dal titolo “ Nuvela d’ore”. La lessi subito, e mi piacque anche per la sua stringatezza che la faceva assomigliare agli antichi canti popolari abruzzesi (2). La musicai in quello stesso anno, il 1978, il poeta ne fu entusiasta e la inviammo al concorso regionale per Canzoni Abruzzesi “La Viuletta d’ore” di Francavilla al Mare (Ch) . Non vinse il concorso ( 2° classificata - ndr) , come non ne hanno vinto poi le altre, ma fu molto apprezzata e si classificò ai primi posti. A questa canzone ne seguirono altre : “ Lu vicchie muline” (1978), con chiaro riferimento al vecchio mulino seicentesco di Scafa, in un angolo suggestivo della sua amata “Terra Lundane” - “ Sand’Ufemie a Majelle” (1978) - “ Spiagga Curzare” (1982) - “Sa Mmalindine” (1982) incisa dal Coro Valpescara su disco 45giri Autostop Music Ed. Savona, con relativa stampa - “ Serramunacesche” (1982) (ndr 2° classificata al 1° Concorso della canzone Abruzzese di Serramonacesca 1982) - “ L’ucchie de l’Amore” (1982) inviata al concorso “ Il Trabocco d’oro” di Fossacesia ( Ch) e registrata su cassetta del Coro N. Saraceni della stessa città - “Lu mare sta murenne” (1983) inviata al concorso “ Canti del mare” di Roseto degli Abruzzi (Te) - “ Ruselle de fratte” (1983) (ndr. 2° classificata al 2° Concorso della canzone Abruzzese di Serramonacesca 1983 ) - “ La feste de lu vine” inviata al concorso “ Canti de la villegna” di Bisenti (Te) . Inoltre demmo alle stampe due canti religiosi : “ L’Inno a S. Bernardino da Siena” Ed. Frati Minori di S. Bernardino, L’Aquila, 1980 ( ndr. eseguito per la prima volta il 30 Maggio 1980 nella Basilica di Collemaggio a L’Aquila , in occasione del IV Centenario della nascita del Santo, nella messa presieduta da S.S. Giovanni Paolo II ) e la “ Lauda a S. Giovanni da Capestrano” id. (1986) . Peppino, “ lu puete” , come lo chiamavano amabilmente i suoi numerosi amici, stava lavorando, con entusiasmo e l’impegno di sempre, su altre raccolte poetiche e su altre canzoni, ma la sua improvvisa scomparsa, che ci lasciò tutti in una tristissima desolazione, ha troncato una fruttuosa collaborazione che ci ha tenuti vicini per tanto tempo e che resta come uno dei miei più cari ricordi. Non potremo mai dimenticare la sua giovialità, il buon umore che infondeva intorno a noi, quando veniva all’Osservanza di Tocco Casauria, da Bologna dove viveva, e poi, più volte all’anno alla Pineta di Pescara, nel Convento “ Stella Maris”, nella cui chiesa lo attendeva un suo vecchio e caro amico di famiglia, P. Domenico D’Amico, il santo costruttore di Chiese che riposa nella cripta del tempio da lui edificato. Dedico questo volume alla cara memoria di Peppino, ai suoi familiari, ai parenti e a tutti gli amici ed estimatori del nostro indimenticabile poeta.

Giuseppe Di Pasquale - Pescara 12.01.1991 (Prefazione al volume "10 Canti della Valpescara" ad oggi ancora inedito)

 

 RIFLESSIONI SULLA COLLABORAZIONE DI PASQUALE - TONTODONATI 

 

(1)tratto dalla presentazione di Ottaviano Giannangeli al volume “Canzoni Abruzzesi” di G. Di Pasquale - Ed. Solfanelli 1979..…..Con la canzone Nuvola d’ore, su versi di Giuseppe Tontodonati, siamo ormai al 1978 - è in quest’anno che la canzone è stata presentata a “La viuletta d’ore” di Francavilla- e all’incontro artistico del Di Pasquale con il nuovo partner. La prima canzone del musicista e del poeta segna forse un’evoluzione nella struttura della composizione - a meno che non sia stato ripensato un modello dello Zimarino in tal senso - : la strofa si giova di un testo poetico di quattro versi, mentre il ritornello consiste in una clausola esclamativa, è più che altro una piccola coda in funzione di rifinitura . D’altra parte è così bello il tocco psicologico-pittorico di una “nuvola d’oro”, applicato all’attrazione che esercita una fanciulla nel cuore dell’innamorato, che esso non sopporta indugi e sviluppi, i quali potrebbero far dileguare la nuvoletta e dissolvere il sogno. Lu Vicchie Muline, inedita, ancora su versi di Tontodonati, rispetta invece la struttura tradizionale della nostra canzone, in cui ogni strofa è generalmente impiegata a descrivere a narrare, mentre il ritornello monta a una evocatività più frontale, in presa diretta con l’oggetto, il vecchio mulino, erede di una civiltà e di una poesia “contadine”, si fa macinatore, oltre che del grano, di “amore ed allegria” . Come sempre Di Pasquale sa cogliere con gusto i suggerimenti e gli stimoli del testo. -

 

(2) “Poesie per Musica e Canto” tratto dal volume “ Poesie Inedite di Giuseppe Tontodonati” a cura di Vittoriano Esposito (1993) - Giuseppe Tontodonati ha scritto numerosi testi di canzoni, nati come vere e proprie poesie che si possono leggere e gustare come tali, cioè indipendentemente dalla melodia cui di solito s’accompagnano. La poesia melica, si sa, ha origini illustri in quanto risale alla lirica greca, fiorita specialmente presso gli Eoli e i Dori, sia nella forma monodica che in quella corale. Nella letteratura italiana esiste un ricco filone, soprattutto dal ‘500 al ‘7’’, di poesia destinata alla musica e al canto. Nel ‘900, particolarmente negli ultimi decenni, c’è stata una gran fioritura che ha coinvolto, in Italia e all’estero, spesso anche poeti di rango ( si ricordi per tutti Prevert). Nell’ambito delle letterature dialettali, poi, il fenomeno ha assunto proporzioni incalcolabili, con particolare riguardo allea tendenza corale. L’Abruzzo vanta , in questo campo, una produzione di tutto rispetto, fatta conoscere e apprezzare in ogni parte del mondo( si pensi a Vola vola di Luigi Dommarco). Tra gli autori più validi di testi letterari, certamente va annoverato Tontodonati. Lo comprova il mazzetto di poesie inedite qui raccolte. Come si vedrà vi si cantano l’amore, il mare, la montagna, con grazia e sentimento e con perizia tecnica, cedendo ben poco ai moduli convenzionali. Si veda ad esempio la chiusa di Nuvela d’ore “ Sì gne lu prime ragge matutine / che su li prate fa sbuccià nu fiore…. / da nu sorrise po’ fiurì l’amore / e da nu sguarde tutte nu destine. Nuvola d’ore….nuvola d’ore!” Addirittura Tontodonati ha osato, per così dire, d’inserire nella canzone perfino la protesta civile, in linea con la canzone italiana più impegnata, come ha fatto con Lu Mare sta murènne . Leggiamone i primi versi : “ Lu mare sta murene pian’a ppianee…/ l’azzurre à divendàte n’onda nère / Lu marenàre ammezz’alla bufere / sendeve nu sijiozze de cajane “.

 

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